Malattie neurodegenerative: rallentare l'avanzare dell'atassia di Friedreich con le nanoparticelle d'oro

Pubblicati i risultati della ricerca su Science Translational Medicine

Nanoparticelle composte da cluster di atomi d’oro per rallentare l’avanzare dell’Atassia di Friedreich (FRDA), una malattia neurodegenerativa per cui non esiste una terapia risolutiva. Questa la strategia promettente messa a punto da un team dell’Università degli Studi di Milano, del Laboratorio di cellule staminali del “Centro Dino Ferrari” Fondazione IRCCS Ca' Granda - Ospedale Maggiore Policlinico, dell’Università di Torino, dell’Università di Miami e da un team di ricercatori del Dipartimento di Scienza dei Materiali dell’Università di Milano-Bicocca diretto dal Prof. Angelo Monguzzi.

La FRDA colpisce principalmente il sistema nervoso centrale e periferico e che insorge generalmente nell’età della pubertà manifestandosi con atassia degli arti e della marcia, una neuropatia sensoriale assonale, disartria e debolezza. Tra i sintomi non neurologici vi sono una cardiomiopatia progressiva con aritme connesse ed il diabete.

La ricerca ha dimostrato che le nanoparticelle d’oro riducono il danno ossidativo e migliorano la funzionalità mitocondriale nei pazienti affetti dall’atassia di Friedreich. I risultati di questo studio sono stati pubblicati nell’articolo “Treatment with ROS detoxifying gold quantum clusters alleviates the functional decline in a mouse model of Friedreich ataxia” sulla rivista Science Translational Medicine (Impact factor 17.956 - 2020 Journal Impact Factor, Journal Citation Reports - Clarivate Analytics, 2020).

Image
schema della nanoparticella e grafico del recupero delle funzionalità musculari