Per il chimico organico di sintesi l’acqua è considerata più un problema che una risorsa. Moltissime trasformazioni di interesse richiedono la rigorosa esclusione dell’acqua. Quando non dannoso, questo particolare solvente è comunque considerato poco utile dato che buona parte dei derivati organici sono idrofobici.
Alcuni chimici tra cui Luca Beverina, professore ordinario di Chimica Organica del Dipartimento di Scienza dei Materiali dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, stanno dimostrando che nessuno dei problemi sopracitati rappresenta davvero un limite dal punto di vista di molte trasformazioni normalmente condotte in ambiente controllato e in solventi anidri.
L’aggiunta di un surfattante all’acqua porta alla formazione di numerosi colloidi associativi, di cui le micelle sferiche rappresentano l’esempio più comune. Queste strutture sono caratterizzate da una corona idrofilia e in cuore lipofilo. Questa caratteristica, ben nota ai chimici delle formulazioni, è la chiave per condurre reazioni in acqua a partire da reagenti e a dare prodotti entrambi idrofobi.
Un recente articolo sulla rivista di riferimento della American Chemical Society Chemistry and Engineering News fa il punto sullo sviluppo del campo, discutendone tra gli altri con il Prof. Beverina.