Un importante passo avanti nella manifattura additiva, più comunemente nota come stampa 3D, è stato raggiunto attraverso uno sforzo di collaborazione guidato dal National Institute of Standards and Technology (NIST), che ha visto il contributo di oltre venti laboratori provenienti da sei paesi. Il "Surface Engineering and Fluid Interfaces Laboratory" (SEFI Lab) del Dipartimento di Scienza dei Materiali dell’Università di Milano - Bicocca ha partecipato alla ricerca, come unico rappresentante italiano.
Questa collaborazione, che ha portato alla pubblicazione dell’articolo “Results of an interlaboratory study on the working curve in vat photopolymerization” sulla rivista Additive Manufacturing (DOI: 10.1016/j.addma.2024.104082), si è concentrata sulla messa a punto del terreno per una standardizzazione della cosiddetta curva di lavoro (“working curve”), una misura essenziale ma critica nella stampa 3D di fotopolimeri. Nello specifico, lo studio ha approfondito le questioni aperte in materia di riproducibilità e affidabilità delle curve di lavoro, la cui definizione rappresenta il passo iniziale e cruciale per definire le proprietà dei materiali usati nel processo di stampa 3D. Questo studio rappresenta un passo avanti per le tecnologie di produzione additiva dei fotopolimeri, come la stereolitografia e la “digital light processing” (DLP), per garantire una qualità di stampa durante l'intero processo.
"Questo lavoro rappresenta la ciliegina sulla torta per il progetto di ricerca di dottorato del Dr. Rajat Chaudhary" commenta il Prof. Carlo Antonini , che guida il SEFI Lab. "Durante il suo dottorato di ricerca, si è concentrato proprio sulla definizione di una procedura razionale per caratterizzare le resine fotosensibili per stampa 3D, utilizzando la tecnica DLP. Durante una conferenza negli Stati Uniti nell'ottobre 2022, il suo lavoro è stato riconosciuto e notato, così che il nostro laboratorio è stato invitato a partecipare allo studio interlaboratoriale guidato dal NIST." Nel frattempo, la seconda fase dello studio è già iniziata, con l'obiettivo di migliorare ulteriormente la definizione della curva di lavoro e potenzialmente definire un nuovo standard internazionale per la caratterizzazione dei fotopolimeri.
Lo studio interlaboratoriale guidato dal NIST pubblicato su Additive Manufacturing
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